Ore 13:15 - La Nazionale dell’Iran contro il regime (Arianna Ravelli) Non è ancora chiaro cosa faranno, è chiarissimo cosa vorrebbero fare. Usare il Mondiale per mandare un segnale alla propria gente, anche a quelli che li considerano traditori del popolo perché non hanno boicottato, non si sono rifiutati di vestire la maglia di una nazione che uccide i propri giovani per strada. I giocatori dell’Iran sono qui, probabilmente con il cuore gonfio («Condoglianze a tutte le famiglie delle vittime», ha iniziato il capitano Ehsan Hajisafi) dopo che in molti in patria e fuori avrebbero voluto impedirlo (le richieste di esclusione miravano non solo sulla violenta repressione alle proteste di piazza, ma anche sull’appoggio a Putin), ma pronti oggi ad affrontare la lanciatissima Inghilterra di Southgate, Harry Kane, del fenomeno 19enne Bellingham e di tutti i talenti che sono arrivati in finale agli Europei.
• Ieri c’è stata la cerimonia d'apertura con protagonista Morgan Freeman e il giovane youtuber Ghanim• Oggi si parte alle 14 ora italiana con Inghilterra-Iran, prima partita del girone B. • A seguire alle 17 Senegal-Olanda per il girone A. • Questa sera alle 20 si chiude con Stati Uniti-Galles, girone B.
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Ma la cosa che accomuna i cinque allenatori non è solo il senso di appartenenza, della cui mancanza sono stati spesso accusati i loro colleghi stranieri arrivati in Africa: il vero filo conduttore è la qualità delle loro squadre, molto attese a questo Mondiale, al di là delle dichiarazioni — quelle sì — ancora naif, per non dire folcloristiche. QUI l’articolo completo. Ore 10:00 - Queiroz, il viaggiatore del pallone (Arianna Ravelli) Ha provato ad arrivare qui con la Colombia, ma 6 gol presi dall’Ecuador nelle qualificazioni nel dicembre 2000 hanno rovinato l’idea e interrotto bruscamente il rapporto dopo un solo anno.
L’imbarazzo però è evidente: il ragazzo che preferisce non dire il suo nome ripete «problems problems, big problems». I tifosi iraniani che sono qui non apprezzano dunque la protesta. Ore 15:01 - De Siervo: «Non condivido le parole di Infantino» Intanto continuano a far discutere le dichiarazioni del presidente della Fifa Infantino alla vigilia dell’inizio dei Mondiali. Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A è critico rispetto alla posizione del capo del calcio mondiale: «Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha fatto un discorso molto duro all’apertura dei Mondiali e personalmente non lo condivido. La lezione di moralità suona veramente stonata.
Ci ha riprovato con l’Egitto, che lo ha assunto a settembre 2021 per licenziarlo ad aprile 2022. Alla fine è arrivato in Qatar con l’Iran, Carlos Queiroz, portoghese nato in Mozambico, vecchio navigatore dei mari agitati del calcio internazionale (ha allenato anche in Giappone, Sudafrica, Arabia) e candidato a navigator ideale vista la velocità con cui trova posti di lavoro, nonostante una fama da litigioso e non sempre vincente. È la sua seconda volta con la Melli (qualcuno dice la terza, perché ci fu una breve interruzione per una discussione con la Federazione): la prima era andata bene, Queiroz era riuscito a dare una solidità difensiva e a chiamare diversi giocatori in Germania e in Olanda di origini iraniane, infatti oggi lo rivedica: «Forse il mio lascito maggiore è questo, quando sono arrivato uno solo giocava in Europa, adesso sono 17-18».
Beiranvand ha una storia incredibile alle spalle: detiene il record di lancio più lungo con le mani (61, 26 metri), un’abilità che ha affinato da bambino con il Dal Paran, un gioco tradizionale che prevede il lancio di pietre, con cui poteva esercitarsi quando faceva il pastore. Solo il primo di una serie di lavori svolti per coronare il suo sogno di diventare un calciatore nonostante la contrarietà della famiglia: Alireza ha fatto il cameriere, il lavavetri e un giorno pulì il Suv dell’idolo calcistico di tutti gli iraniani, Ali Daei. Il suo secondo Mondiale però comincia male: dopo lunghe cure deve uscire e lasciare il posto a Hosseini, il naso si è gonfiato e non riesce a continuare. Ore 13:55 - L’Iran non canta l’inno (Arianna Ravelli, inviata a Doha) I giocatori dell’Iran sono scesi in campo, nessun giubbotto nero come era prevedibile, ma la divisa tutta rossa.
Insomma, c’è ottimismo. Così, gli inglesi si preparano in milioni a guardare la partita del debutto contro l’Iran in tv: in Inghilterra è l’ora di pranzo (le 14 in Italia), così la soluzione è tutti in smartworking. Il Times ha cambiato l’acronimo da «work from home», in «watch from home». Secondo le previsioni dell’associazione Advanced workplace solo un lavoratore su cinque andrà in ufficio oggi e secondo un sondaggio condotto su 2mila persone, commissionato da Road to Victory, il più grande fan park inglese, almeno due terzi hanno pianificato di lavorare da casa per vedere il match. E tra quelli che non possono accedere allo smartworking pare che un 30 per cento voglia darsi malato.
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